LA SCELTA DI VITA DI MARCO MACCARINI

Da qualche tempo, tra gli appassionati di camminate, esiste una filosofia che si chiama “Leave No Trace”: il camminatore, un passo dopo l’altro, cerca di lasciare meno segni possibili del suo passaggio. Dai rifiuti a terra, ai modi per incidere meno possibile su flora e fauna. Il tentativo, in sintesi, è quello di passare più inosservati possibili.

Sempre più persone hanno aderito, e aderiscono, a questa nuova filosofia. Colpisce molto che uno dei suoi alfieri più noti sia Marco Maccarini. Colpisce perché si tratta di una persona abituata da anni a lasciare segni del suo passaggio. Sin da giovanissimo ha fatto parte di ambienti legati alla musica e allo spettacolo nazionale e internazionale. Grandi numeri, clamore, show, folle, e poi? Arriva un momento in cui si avverte il bisogno di equilibrare, di armonizzare ciò che da un lato appare sproporzionato.

Marco è diventato un camminatore. Attingendo dalla sua infanzia cresciuta in gran parte nelle campagne piemontesi, ha ritrovato nel suo rapporto con la natura un mezzo efficace per armonizzare la sproporzione scintillante, lussureggiante, vertiginosa, ma anche molto effimera dello spettacolo. E basta guardarlo in volto mentre racconta tutto il processo, per rendersi conto di quanto la sua ricerca di armonia stia funzionando.

Siamo molto rapiti dalla necessità di lasciare un segno, di essere ricordati. Ancora più urgentemente, di non essere dimenticati. Un’urgenza sensibile, comprensibile, ma anche impegnativa e stancante. Allenarsi a non lasciare traccia, allenarsi a sparire, a non lasciare segni può essere una via di serenità anche per lo spirito.